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Enel, in arrivo 14 mila colonnine

Enel, in arrivo 14 mila colonnine
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Il programma coinvolgerà tutte le regioni italiane. Obiettivo 7 mila nuovi punti di ricarica entro il 2020

MILANO – Fino a 300 milioni di euro investiti per costruire una rete capillare di 14 mila colonnine di ricarica per le auto elettriche entro il 2022, di cui 7 mila entro il 2020. È questo il progetto di Enel, presentato oggi nel corso di un evento all’autodromo di Vallelunga, vicino a Roma. Il programma prevede una copertura in tutte le Regioni italiane e vede Lucca come prima città d’Italia in cui verrà realizzata la rete di ricarica urbana: nel capoluogo toscano verranno installati 19 punti di ricarica con tecnologia Enel che serviranno sia il traffico urbano che extraurbano. L’autodromo di Vallelunga, dove viene presentato il piano, diventerà il primo polo tecnologico di Enel in tutta Italia per la ricerca sulla mobilità elettrica icarica

La rete di ricarica sarà composta da colonnine Quick (22 kW) nelle aree urbane e Fast (50 kW) e Ultra Fast (150 kW), per la ricarica veloce, in quelle extraurbane. Circa l’80% dei punti di ricarica verrà installato nelle zone cittadine, di cui il 21% nelle grandi aree metropolitane e il 57% nelle altre città, e il restante 20% circa a copertura nazionale, per garantire gli spostamenti di medio e lungo raggio, nelle zone extraurbane e nelle autostrade.
Tra queste ultime rientrano le stazioni di ricarica del progetto EVA+ (Electric Vehicles Arteries), co-finanziato dalla Commissione europea, che prevede l’installazione, in tre anni, di 180 punti di ricarica lungo le tratte extraurbane italiane.

Nel 2018 verranno installate oltre 2500 infrastrutture di ricarica distribuite su tutto il territorio nazionale. Attualmente l’infrastruttura dell’Enel conta circa 900 colonnine in tutta Italia. Il piano nazionale verrà sviluppato in collaborazione con i Comuni e le Regioni interessate, dove Enel investirà direttamente nelle infrastrutture di ricarica, e insieme ai soggetti privati che vorranno partecipare al progetto, con un contributo da parte dell’azienda che potrà arrivare fino al 65% dell’investimento.

Fonte: www.repubblica.it